20 apr 2016

Io non sono qui

Il 15 di questo mese presso il Centro di Produzione per lo Spettacolo "Intrepidi Monelli" si è tenuto un evento chiamato "ArennerA Open Stage" durante il quale si sono esibiti vari artisti e creativi. 
Ha partecipato anche "We're All Mad", l'associazione culturale alla quale appartengo, con un monologo teatrale scritto da me ispirandosi al lavoro fotografico di mia sorella Daniela Serpi e interpretato dall'attrice Valentina Casula
Allegherò al testo le foto proiettate durante l'evento e a fine post il filmato dello stesso, per consentirvi di entrare meglio nell'atmosfera onirica del pezzo.
Come ho spiegato prima dell'esibizione, questo monologo cerca di rappresentare i pensieri di una donna defunta, uno spirito che non trova più il proprio compagno, come se fosse svanito. Il tempo ha indebolito la sua memoria, rendendola sempre più confusa e spaventata. Nonostante questo, attraverso i suoi sentimenti, emergerà che il suo unico desiderio è ricongiungersi al proprio amato, quale che sia il costo. 
Vi lascio al testo e le foto:

Io non sono qui


Io non sono qui.
Non più, non col mio corpo.
Istanti della nostra vita mantengono intatto un flebile ricordo, sussurrato alla mia mente, smarrita, confusa.


La nostra casa, la nostra casa meravigliosa è il primo frammento. Ora, sono macerie.


Sento i tuoi passi, cammini fra le stanze, mi raggiungi. Reggi un lume candido e mi guardi.
Vuoi che ti segua, lo so, ma sparisci dietro un angolo. Non ti vedo. Mi manchi.


Ti aspetto ovunque posso.


Il tempo scorre indefinito. Colgo ogni secondo, d’improvviso passa un anno, un secolo, o è stato un giorno?
Non capisco.


La testa sembra esplodere e grido, grido, come se potessi sentirmi, correre da me e stringermi forte, lenire la pazzia che mi ha già vinta.


Non giungi mai. Ti percepisco. M’inginocchio e piango. Ti supplico. Dove sei?


Ti vedo lontano. Sono ricordi, sempre ricordi, non sei reale, ma lo dimentico finché non provo a sfiorarti


e il tuo volto si distorce, freneticamente.


Tutto si sfoca, tu, io,


i nostri contorni.


Cerco uno specchio, lo guardo e ricordo:
Io non sono qui.


Le sbarre non mi contengono,


la mia prigione è per te, la reminiscenza di noi, ti vincola a non sfuggire. Ma non ho forze.


Non vedo più il tuo volto. Lo conosco. Non posso perderlo. Ti prego. Voglio vederlo ancora. No.


Respiro. Chiudo gli occhi. Mi calmo.
Funziona. Funziona sempre.


Ecco. Sei di spalle. Ma sei tu. Vorrei cogliere i tuoi lineamenti nell’ombra. Non posso.


Sono di spalle anch’io, al muro opposto, e quella distanza è incolmabile.
La sento. Sento la rassegnazione. Un altro frammento perso.


E’ come una scintilla, un fulmine che guizza per la mente e porta i miei occhi a spalancarsi.


La tua immagine. La tua sofferenza. L’unica che vorrei dimenticare, che mi tormenterà a ogni perdita, finché non sarò io a svanire.


Tendo la mano verso di te, nella speranza di raggiungerti. Di placare il dolore.
Ti cerco in alto. E se sbagliassi? Non mi importa.
Tu non sei qui, e ripeterò, finché non sarà reale, che anch’io non sono qui.


Donami un luogo dove saremo ancora insieme.
Io non sono qui. Io non sono qui. Io non sono qui. Io non sono qui.
Io. Non sono. Qui.

Fine 

Interpretazione di Valentina Casula

Foto dell'evento - Rodolfo Serpi











Nessun commento:

Posta un commento