Dopo una lunga pausa estiva continua l'esperimento fantasy del blog e il viaggio di Edrian Avamhaeir, La penna amaranto.
Ricordo nuovamente che i frammenti del racconto servono a presentare l'ambientazione e questo potrebbe renderli più pesanti delle storie che scriverò in seguito. A fine testo troverete un glossario che vi aiuti a comprendere meglio gli aspetti di questo mondo che il narratore dà per scontati (i termini sono evidenziati da un colore diverso, vi basta cliccarli).
Qui potete trovare la Prefazione e la Parte 1 del viaggio. Vi lascio alla lettura:
I Tre Equabilium
Sentea
Parte 2 - Saleria&Covia
Raggiunsi la costa saleriana il faldir della quarta
quintana di Orithor del 1073. Per quattordici giorni il mare mi aveva cullato,
consentendo al sole e la brezza di baciarmi.
Maelstrom non fu sempre così cortese.
Il mio timore era quello d’imbattermi nei pirati
dell’arcipelago di Kar, in qualche sbandato dell’isola del Lupo di Ferro o nei
temibili figli dei draghi di Ramako, ma niente di tutto questo avvenne. Il
porto di Demha, la più ricca città marittima della Saleria, mi confermò che ero
al sicuro, finalmente tra le braccia dei cavalieri dell’est.
Chiunque conosca anche poco della storia di questa
nazione, sa che ella viene considerata la vera patria della virtù da molti
umani. Non c’è da stupirsi che altre terre e specie non concordino affatto.
La mia curiosità più grande, lo confesso, era
scoprire chi avesse ragione fra i detrattori e gli ammiratori.
Con la classica banalità dei saggi si potrebbe dire
che “la verità sta nel mezzo”, ma preferisco rivelarvi le sfumature, così che
possiate farvi la vostra idea.
La Saleria emerse durante l’Era delle rivolte oscure,
divorando dall’interno l’Impero di Cortaliia. Due ere prima, gli antichi
“sartheani”, erano stati accolti e inglobati, divenendo un’essenziale forza
militare durante le guerre dei Grandi Regni. I cortaliiani, allora, non si
aspettavano di certo che sarebbero divenuti la causa prima della loro caduta.
La storia, qui, si confonde in base alla
provenienza di chi racconta: c’è chi sostiene che i futuri saleriani, sebbene
vitali, venissero trattati come schiavi, e chi sostiene che, sapendo di essere
vitali, non tollerassero più di sottostare alle gerarchie fàsiel. Quel che è
certo e che vi furono atroci battaglie, e che i saleriani trionfarono talmente,
da provocare la storica migrazione alata che contribuì alla nascita
dell’odierna Gran Falia.
Per la Saleria fu un inizio glorioso, leggendario. Le
rivolte oscure, tuttavia, non avevano spezzato solamente l’Impero di Cortaliia.
I rasiiani, combattenti nordici scissisi dal Grande Regno del Nelom, tentarono
presto di razziare le loro nuove terre. Ciò nonostante, il conflitto si limitò
a confermare la supremazia degli straordinari guerrieri a cavallo saleriani.
L’avanzata rasiiana venne arrestata in un lampo e i vincitori ne approfittarono
per nobilitare la propria élite militare: copiando antiche cerimonie elfiche,
diedero origine alla cavalleria dell’est.
La Saleria pareva inarrestabile e si convinse
realmente di esserlo, combattendo i vicini e facendo pesare sempre più la propria
influenza. Fu così che, specialmente al sud, i saleriani divennero persino
abili politici.
La Rasiia, nel frattempo, era in crisi. Dai Monti
del Nord orde dei loro cugini la invasero, costringendola a difendersi su due
fronti. Alla Saleria sarebbe bastato volerlo, per condannarla a sparire. Ma è
in questi casi che le incognite della storia ci insegnano delle interessanti
lezioni.
La Saleria settentrionale, rimasta esclusa dai
nuovi interessi di potere del meridione, si era concentrata sulla difesa del
confine, sviluppando, a differenza delle aspettative, un certo rispetto per i
propri avversari. Questi, sebbene sconfitti, si erano dimostrati sagaci, in
grado di adattarsi e apprendere quel che il nemico aveva da insegnargli. Una
qualità che non sembrava appartenere ai cugini che rischiavano di
sottometterli. La Saleria settentrionale decise di non seguire il detto per il
quale “il nemico del mio nemico è mio amico” e adottò o persino inventò il più
contorto “il nemico del mio nemico rende il mio nemico amico”.
Non fu un processo immediato, ovviamente, ma fra
saleriani e rasiiani nacque un interesse che placò il conflitto, seguito da una
collaborazione crescente, talmente funzionale, da divenire quasi simbiotica.
I cavalieri e i guerrieri del nord, insegnandosi i
reciproci trucchi, diedero vita a un connubio che trasudava pura potenza.
Questo non piacque affatto ai saleriani del sud.
Dalla capitale Mey-Rex i sovrani condannarono più volte la collaborazione fra i
rasiiani e i saleriani del nord. Arrivarono persino a dipingerla come un
tradimento delle proprie origini. Ma i tentativi di spronare i fratelli a
rigettare la nuova alleanza, ottennero esclusivamente il risultato opposto:
saldare il loro legame.
Il saleriani del nord trovavano ridicole le accuse
al proprio onore. Ritenevano, infatti, i fratelli del sud sempre più corrotti e
lontani da quell’ideale guerriero che le lotte coi rasiiani avevano forgiato.
Attriti crescenti generarono concetti e schieramenti
spontaneamente: per il nord, i rasiiani erano più onorevoli dei salieriani del
sud. Per il sud, i saleriani del nord erano traditori in combutta coi barbari. Due
semplici idee che diedero vita alle nazioni gemelle dell’oggi: la Saleria del
sud, conosciuta semplicemente come Saleria, e la Saleria del nord, unita a
parte della Rasiia, conosciuta come Covia.
Al mio arrivo a Demha avrei scoperto ben più del
passato di queste terre.
Attualmente, sono in guerra aperta.
Impiegai poco a comprendere che la Saleria è una
nazione ricca e orgogliosa. Non è difficile ammirare affascinati i suoi uomini
d’arme, appartenenti a uno degli innumerevoli ordini cavallereschi che si
distinguono di regione in regione, di città in città. Stendardi e mantelli
colorati paiono sventolare ovunque, generando anche fra la povera gente un sentimento
d’appartenenza estremamente forte.
Sebbene tutto questo catturi lo sguardo e induca
meraviglia, dietro lo splendore emergono facilmente i primi problemi. Agognerei
che nella mia Theria emergesse un simile spirito nazionalistico, farei tuttavia
a meno dell’arrivismo cieco che appartiene, assieme a esso, a troppi saleriani.
Tutti qui vogliono una Saleria unita, questo è innegabile, ma esclusivamente
sotto il proprio stendardo. È così che un valore unificante porta a scindere
con disarmante efficienza.
Si penserebbe che il conflitto con la Covia spinga
le casate nobiliari a collaborare, sotto un re forte figlio di una nazione
guerriera. Ebbene, non so dirvi onestamente chi sia il legittimo re di questa
terra.
I nobili dei centri nevralgici dispongono di somme,
eserciti e un popolo fedele degni della più sventurata anarchia feudale. E non
pare una situazione destinata a cambiare.
Parlai con cortigiani e umili di Demha, Calasar,
Mey-Hock, Gontar, Lombal, Gisela, Faralis e Traoba. Nessuno di essi sembrava
meno che convinto che il proprio signore verrà un giorno incoronato re di
Salaria, per poi sconfiggere la Covia traditrice e riformare l’antico regno,
fino a competere coi grandi della Sentea e affermare il dominio degli umani su
Geo. Francamente, un delirio.
Azzardo, secondo ciò che vidi in queste terre, che
una Saleria unita realmente sarebbe più ricca, forte e persino scaltra della
Covia; ma non questa Saleria, fatta di ostentazioni, pettegolezzi e intrighi
utili solamente ai cantastorie.
Ritengo che il futuro della nazione ruoti attorni
agli unici due centri che combattono attivamente coi coviani: Mey-Hock e
Calasar. Mey-Rex cadde in rovina in seguito alla scissione della Saleria
settentrionale, dando il là a questo disordine, e non sembra più in grado,
tanto meno in questi tempi, di riottenere alcuna autorevolezza.
Mey-Hock, sotto l’omonima casata degli Hock, è una
straordinaria città fortezza protetta da tre cinte murarie di crescente
solidità. Ha per certi versi rubato l’aura di influenza di Mey-Rex, senza colpo
ferire. I meyhockesi si ritengono i più duri dei saleriani e anche i più
nobili, hanno un sistema gerarchico estremamente rigido, ma funzionale, e la
loro economia è strettamente vincolata all’attività bellica. Una Saleria sotto
il loro controllo verrebbe certamente governata col pugno di ferro, ma
rievocherebbe meglio di ogni altro potere l’antico spirito dei sartheani,
cumulandogli l’affinata spietatezza politica degli Hock.
Calasar, sotto la casata dei Martren, è l’astro
nascente: la più grande metropoli saleriana, centro di cultura e dell’economia
nazionale, a tutti gli effetti la nuova capitale. Sebbene per molti rappresenti
anche il cuore della corruzione, e questo la renda invisa alla maggior parte
dei poteri saleriani e coviani, Calasar e i Martren hanno a disposizione le
armi più forti, nonché le più subdole, per attrarre i consensi degli umili.
Sarebbero degli scontati vincitori, se non fosse per l’ottuso patriottismo
regionale che predomina ancora ovunque.
La Saleria dunque è una terra di certezze e
incertezze contrastanti, dove pare che la propria volontà, le proprie opinioni,
si scontrino fin troppo spesso con la realtà, riuscendo però, caparbiamente, a
strapparle qualcosa e lasciando che siano gli altri a subirne le conseguenze,
se il disio era superficiale ed egoista. Nutro il timore che sia davvero questa
la sua forza. Una forza che mi spaventa, poiché racchiude le imperfezioni che
altre specie, subendoci, ci criticano. Come sostenitore dell’Unione le rifuggo,
ma questa terra mi costrinse a confrontarmici.
In Saleria, pur abitando una moltitudine di specie,
la loro mescolanza è scoraggiata, la supremazia umana evidente. In molti luoghi,
per legge, ho assistito a l’esclusione dei diversi da cariche di rilievo,
financo le specie ritenute universalmente civili. E qui è d’obbligo che io non
mi sottragga dal condannare la più grave colpa saleriana: la schiavitù fàsiel.
Dai tempi della caduta dell’Impero di Cortaliia, infatti, coloro che tutt’ora
vengono definiti con disprezzo i vecchi “padroni”, subiscono quello che per i
saleriani non è altro che un giusto contrappasso. Fra sevizie di ogni genere,
la peggiore è la tortura definita “garanzia”, praticata sui giovani fàsiel per
assicurarsi che non sviluppino le ali. Un altro mezzo per impedirgli di fuggire
dai propri aguzzini.
L’orribile crudeltà di queste pratiche, che mi
condusse al pianto in più di un’occasione, varia di regione in regione, e
sebbene siano in pochi a compiere timidi passi lontano dalla barbarie, posso
garantire che la tradizione meyhockese è in tal senso la più feroce.
Superai il confine fra Covia e Saleria durante una
breve tregua dal conflitto, precisamente il faldir della terza quintana di
Irithor dello stesso anno. I cavalieri di Nelario mi guardarono di traverso
finché poterono.
Mi pentii presto di aver scelto la stagione di
Whirlcan per muovermi verso nord, ma pensavo che solamente le terre del Nelom
fossero tanto fredde. Esse, a suo tempo, si rivelarono peggiori della Covia e
di ogni possibile previsione.
Ormai mi ero guadagnato, mio malgrado, il
soprannome di “penna amaranto”. Il saleriani amano gli pseudonimi. Ma non
aggiungerò altro su questa storia.
Viaggiai verso Lonida, patria dei destrieri di
Sevett, i migliori di tutta la Covia, ai quali i saleriani contrappongono,
dalle terre di Alehanter, gli stalloni del sud. Non m’intendo abbastanza di
cavalli per rivelarvi chi abbia ragione. L’unica certezza è che oggi, i cavalieri
coviani, sono ritenuti inarrestabili, tanto da potersi vantare del detto: “tutti
i ranghi si sfaldano dinnanzi alla carica dei cavalieri di Sevett”. Un
saleriano indispettito aggiungerebbe “tranne che i nostri” e probabilmente
avrebbe ragione. Sebbene la guerra fra Saleria e Covia proceda con fortune
alterne, la millantata superiorità delle truppe coviane, frutto della passata
mescolanza saleriano-rasiiana, non ha mai consentito il predominio sul campo.
Il fatto che la Covia abbia neutralizzato la Rasiia, e si sia guadagnata fama
continentale battagliando al fianco del Saumor, non basta. Non è possibile
sminuire imprese coviane leggendarie, come la mandata in rotta di un reggimento
di cavalleria ylthiun, ma questi eventi straordinari obbligano a riflettere,
persino più a fondo, su cosa impedisca alla rigorosa Covia di avere la meglio
sull’anarchica Saleria.
L’idea che mi feci durante il mio viaggio, capace
di incollerire il più freddo coviano, è che questa terra, al di là di ogni
sforzo, pare inevitabilmente gregaria della propria sorella maggiore.
Si tratta di una questione al contempo politica e
culturale.
Quel che accade in Saleria è determinante in Covia,
ma non è garantito il contrario. La Saleria la considera una propria
estensione, mentre la Covia si limita a mire di contenimento, senza progettare
un’invasione su larga scala.
Forse, in fin dei conti, è proprio la mancanza
dell’odiosa ambizione saleriana a penalizzarla.
Visitai con grande interesse la capitale Exalt: una
città operosa, sorta come punto d’incontro fra le due culture madre; con un
pizzico di arte accattivante, specialmente nell’architettura, ma
sostanzialmente priva di anima.
Temo sia questo, la Covia: grande applicazione,
poca anima.
La stessa guerra pare un disperato grido
d’emancipazione che fallisce a ogni caduto.
La Saleria può disinteressarsi della Covia, sfruttandola quando le torna comodo. La Covia, invece, non pare in grado di farne a meno della Saleria, neanche come nemico.
La Saleria può disinteressarsi della Covia, sfruttandola quando le torna comodo. La Covia, invece, non pare in grado di farne a meno della Saleria, neanche come nemico.
Di per sé, i coviani sono profondamente diversi dai
saleriani, probabilmente poiché le ragioni della scissione contribuirono a
formare una nobiltà rigida ed esigente. Il clima meno mite e un’economia
organizzata, ma poco vivace, hanno fatto il resto.
Quel che conta accade a sud e la Covia lo sa,
vorrebbe limitarsi a gestire i propri equilibri interni, ma la Saleria non
glielo consente. Questo gioco potrebbe andare avanti in eterno e il numero dei
caduti, nel mentre, aumenta.
Su Geo, non esiste una guerra fra umani più sanguinolenta,
e parliamo delle stesse terre che, per molti, sarebbero le nostre più gloriose
rappresentati. Questo, nell’amarezza, mi causa il riso.
Non pretendo che gli eredi dei responsabili della
caduta di un impero, che ho studiato essere illuminato, contribuiscano al
rifondarsi dell’Unione. Sono un’idealista appassionato, non un ingenuo. Ma
desidero almeno che questa follia fratricida, anche per coloro che non credono
nella collaborazione fra specie, abbia termine al più presto. I saleriani e
coviani, così, avranno modo di studiare più a fondo le idee celate nei loro
potenti stati. Non le barbarie, ma le virtù; che non gli mancano.
Aspettai l’arrivo della bella stagione
nell’innevata Imal, città ostile all’odierna Rasiia quanto il resto della Covia
alla Saleria. Era passato più di un anno, dalla mia partenza da Latheryan, e mi
sembrava di aver già visto tanto da poterne scrivere per una vita. Tuttavia,
era solamente l’inizio del mio viaggio.
Mi aspettava il gelido Nelom, assieme ai Monti del
Nord.
Forse, avrei incontrato le leggendarie valchirie
della Veliia e udito racconti sull’Unione per bocca di chi, quegli ideali, li incarna.
Fine Parte 2
Glossario
Faldir: terzo giorno della quintana.
Quintana: su Geo i mesi sono divisi in quintane anziché settimane. Ogni mese dura venticinque giorni, suddivisi in cinque quintane. I mesi sono dodici e l'anno dura precisamente trecento giorni.
Orithor: terzo mese dell'anno, equivalente più o meno a Giugno. L'anno, infatti, inizia ad Aprile (Lodathor).
Maelstrom: dea elementale dell'acqua. Durante un viaggio in mare, nel bene o nel male, ci si affida a lei.
Arcipelago di Kar: terra di pirateria che beneficia della posizione fra Sentea e Ivhen. Figlia di Havar, la nazione piratesca per antonomasia.
Isola del Lupo di Ferro: terra ingrata abitata da marinai duri e ingrati. Un numero ridotto di valchirie rinnegate, che si definiscono Lupi o Corvi di Ferro, detengono il vero potere.
Ramako: terra isolazionista governata da un circolo di antichi dragoni puri e abitata dai loro innumerevoli figli mezzosangue.
Era delle rivolte oscure: antecedente all'Era degli esodi. Chiamata anche terza Era del caos. Caratterizzata dalla caduta di Imperi e Grandi Regni, rivolte e atti sacrileghi. Ha condotto al terzo Equabilium.
Guerre dei Grandi Regni: sottinteso "Era delle guerre dei Grandi Regni". Antecedente all'Era delle rivolte oscure. Caratterizzata da aspri conflitti fra gli stati storici e la conseguente nascita di Imperi.
Gran Falia: Nazione di riconosciuta predominanza fàsiel. Patria dell'innovazione. Considerata la terza potenza della Sentea. Verrà visitata da Edrian.
Grande Regno del Nelom: antica realtà politica che si è sgretolata poco prima del terzo Equabilium. Reggeva le terre degli attuali Krahiil, Veliia, Tronr, Vonm, Monti del Nord, Rasiia, Wotiir, Everen e Tònal. Si trattava di un matriarcato delle valchirie.
Monti del Nord: Nazione che nell'immaginario collettivo corrisponde alla terra dei barbari del nord. Verra visitata da Edrian.
Rasiia: Anche dopo la nascita della Covia la Rasiia continuò a esistere come stato a parte. La Rasiia attuale è abitata dagli eredi di coloro che non si unirono ai saleriani del nord e furono sottomessi dai cugini dei Monti del Nord.
Irithor: nono mese dell'anno, equivalente più o meno a Dicembre.
Cavalieri di Nelario: cavalieri saleriani al confine con la Covia. Tra i più devoti alla causa.
Stagione di Whirlcan: un altro nome dell'Inverno. Le stagioni vengono associate a uno dei quattro dei elementali. Whirlcan è il dio dell'aria.
Nelom: termine convenzionale per riferirsi all'insieme di terre del nord della Sentea (essenzialmente una striscia che va dallo Svehn alla Rasiia). Il vocabolo sussiste malgrado non vi sia una cultura comune (specie fra est e ovest) ed è un sinonimo di gelo spietato.
Saumor: Nazione di riconosciuta predominanza ontur. Dotata dell'economia più solida di Geo. Considerata una delle due super potenze della Sentea assieme all'Impero Ylthiun. Verrà visitata da Edrian.
Cavalleria ylthiun: Considerata la cavalleria per antonomasia. Messa in discussione della cavalleria coviana.
Valchirie: una delle specie che popolano Geo, estremamente rispettata fra quelle che si ritengono civili. Caratterizzate da ali da corvo e la diffusa percezione che siano confidenti e dotate di mente tattica.
Veliia: Nazione di riconosciuta predominanza valchirica. Residuo dello spirito del Grande Regno del Nelom.
Quintana: su Geo i mesi sono divisi in quintane anziché settimane. Ogni mese dura venticinque giorni, suddivisi in cinque quintane. I mesi sono dodici e l'anno dura precisamente trecento giorni.
Orithor: terzo mese dell'anno, equivalente più o meno a Giugno. L'anno, infatti, inizia ad Aprile (Lodathor).
Maelstrom: dea elementale dell'acqua. Durante un viaggio in mare, nel bene o nel male, ci si affida a lei.
Arcipelago di Kar: terra di pirateria che beneficia della posizione fra Sentea e Ivhen. Figlia di Havar, la nazione piratesca per antonomasia.
Isola del Lupo di Ferro: terra ingrata abitata da marinai duri e ingrati. Un numero ridotto di valchirie rinnegate, che si definiscono Lupi o Corvi di Ferro, detengono il vero potere.
Ramako: terra isolazionista governata da un circolo di antichi dragoni puri e abitata dai loro innumerevoli figli mezzosangue.
Era delle rivolte oscure: antecedente all'Era degli esodi. Chiamata anche terza Era del caos. Caratterizzata dalla caduta di Imperi e Grandi Regni, rivolte e atti sacrileghi. Ha condotto al terzo Equabilium.
Guerre dei Grandi Regni: sottinteso "Era delle guerre dei Grandi Regni". Antecedente all'Era delle rivolte oscure. Caratterizzata da aspri conflitti fra gli stati storici e la conseguente nascita di Imperi.
Gran Falia: Nazione di riconosciuta predominanza fàsiel. Patria dell'innovazione. Considerata la terza potenza della Sentea. Verrà visitata da Edrian.
Grande Regno del Nelom: antica realtà politica che si è sgretolata poco prima del terzo Equabilium. Reggeva le terre degli attuali Krahiil, Veliia, Tronr, Vonm, Monti del Nord, Rasiia, Wotiir, Everen e Tònal. Si trattava di un matriarcato delle valchirie.
Monti del Nord: Nazione che nell'immaginario collettivo corrisponde alla terra dei barbari del nord. Verra visitata da Edrian.
Rasiia: Anche dopo la nascita della Covia la Rasiia continuò a esistere come stato a parte. La Rasiia attuale è abitata dagli eredi di coloro che non si unirono ai saleriani del nord e furono sottomessi dai cugini dei Monti del Nord.
Irithor: nono mese dell'anno, equivalente più o meno a Dicembre.
Cavalieri di Nelario: cavalieri saleriani al confine con la Covia. Tra i più devoti alla causa.
Stagione di Whirlcan: un altro nome dell'Inverno. Le stagioni vengono associate a uno dei quattro dei elementali. Whirlcan è il dio dell'aria.
Nelom: termine convenzionale per riferirsi all'insieme di terre del nord della Sentea (essenzialmente una striscia che va dallo Svehn alla Rasiia). Il vocabolo sussiste malgrado non vi sia una cultura comune (specie fra est e ovest) ed è un sinonimo di gelo spietato.
Saumor: Nazione di riconosciuta predominanza ontur. Dotata dell'economia più solida di Geo. Considerata una delle due super potenze della Sentea assieme all'Impero Ylthiun. Verrà visitata da Edrian.
Cavalleria ylthiun: Considerata la cavalleria per antonomasia. Messa in discussione della cavalleria coviana.
Valchirie: una delle specie che popolano Geo, estremamente rispettata fra quelle che si ritengono civili. Caratterizzate da ali da corvo e la diffusa percezione che siano confidenti e dotate di mente tattica.
Veliia: Nazione di riconosciuta predominanza valchirica. Residuo dello spirito del Grande Regno del Nelom.