15 giu 2016

Sentea - Prefazione

Oggi, in seguito a innumerevoli dubbi e una lunga preparazione, ho deciso di cedere una volta per tutte e aggiungere il fantasy ai generi delle storie del blog. Cercherò di spiegare perché sia stata una scelta non facile: come molti "non più giovani" della mia età, sono stato stregato da questo genere durante l'adolescenza. Un innamoramento folle, di quelli che ti fanno fare cose stupide, come lavorare su una tua ambientazione per quattordici anni. Creare un proprio mondo, ispirato dai capisaldi del genere, è qualcosa di esaltante, fino a che non realizzi che lo sta facendo praticamente ogni altro appassionato di fantasy esistente. È così che ti ritrovi costretto a confrontarti con la realtà: mancanza di originalità e un rischio costante di scadere nel ridicolo, due elementi talmente incisivi in negativo che, uniti a una produzione mondiale smisurata, oberante e perlopiù scadente, sono finiti per divenire "caratteristici" del genere, specialmente agli occhi dei non appassionati. Persino gli appassionati, però, col tempo si sono stufati (e aggiungerei giustamente) di alcuni cliché, facendosi più esigenti o persino disaffezionandosi. Questa consapevolezza e il desiderio di produrre qualcosa di valido, mi hanno portato a rimettere mano, negli anni, mille e più volte alla mia ambientazione, aggiungendo, complicando, revisionando, in un vortice apparentemente senza fine. 
E ora ci sei finalmente riuscito? Vi chiederete. La risposta è, ovviamente, no
Il fantasy è un genere estreamente complesso, se lo si vuole fare bene, per tutte le ragioni esposte e sarà qualche genio letterario a rivoluzionarlo e farlo evolvere, chissà dove, chissà quando e chissà come. Per quel che mi riguarda, ho semplicemente deciso di condividere questo mondo con voi, che potreste aver scampato il dispiacere di sentirmene parlare dal vivo, in ore e ore d'inarrestabile logorrea. 
Ciò che forse caratterizza di più la mia ambientazione è la vastità, conseguenza di questo lavoro durato anni e anni. Molti, nel fantasy, sono partiti dal piccolo: un villaggio, una terra, una serie di regni, io ho scelto di farmi del male e tentare d'inventare e giocare con gli equilibri di un intero mondo. Il nome del disturbo è megalomania.
In questo mondo vivono tante specie diverse, alcune sono classiche del fantasy o ispirate a una specifica mitologia, altre inventate da me, in un calderone dov'è sempre la vastità a farla da padrone. È questa vastità che mi ha spinto a ragionare sugli equilibri di questo mondo, sulle sue culture, la politica, su come potessero agire fenomeni come il razzismo in una realtà dove le differenze sono ancora più marcate. Mi sono interrogato su come reagirebbero persone diverse di fronte all'esistenza palpabile di dei, se la magia e le creature mostruose verrebbero per forza di cose normalizzate o quali elementi continuerebbero a renderle speciali, misteriose, temibili. Ho cercato di capire quali sarebbero le similitudini col nostro mondo e quali le differenze, se i grandi temi rimarrebbero gli stessi, cosa li influenzerebbe e con quali conseguenze. Insomma, un sacco di cose noiose, intrappolate nella mia testa o impresse su innumerevoli fogli virtuali o meno. Ho deciso che è il momento di liberarle, un poco alla volta, senza la pretesa che risultino perfette, accattivanti, ma giusto per condividere un lavoro che mi ha, probabilmente per follia, assorbito per tanto tempo. Ci saranno sicuramente cliché, dei quali, in fondo, non sento di voler fare a meno e la vastità di questo mondo, che a volte mi ha intrappolato, potrebbe non risultare sempre un pregio. Ma queste sono le sue caratteristiche, valutate voi, nel mezzo, se troverete qualcosa che vi piace.     

Dopo avervi storditi con questo polpettone, passiamo finalmente al dunque. Ci getteremo nel fantasy, tendenzialmente fatto di libri lunghissimi, con un esperimento, che si adatti a questo blog di storie brevi. Ho deciso, attraverso un narratore, di scrivere il reseconto di un lungo viaggio attraverso le terre più famose del suo continente. Si tratta a tutti gli effetti di un pretesto per presentare una minima parte dell'ambientazione. Spezzetterò il viaggio in più storie brevi, che scriverò man mano (nel frattempo continuerò a scrivere e coreggere storie brevi di altri generi) e ciascuna presenterà le caratteristiche di un luogo, le sue particolarità. Se qualcuna di queste terre vi piacesse o colpisse particolarmente siete invitati a farlo presente, una volta che avrò finito di scrivere il viaggio del nostro narratore, infatti, mi concentrerò su qualcosa di più avventuroso ambientato in uno di questi luoghi e voi avrete modo di condizionare la mia scelta. 
Vi lascio alla breve prefazione di questa avventura, preceduta dalla mappa politica e mondiale della mia ambientazione, chiamata "I Tre Equabilium" o "3E" (il nome Sentea fa riferimento al continente centrale e in alto della mappa). Per qualsiasi domanda, curiosità o insulto, sono sempre qui.

I Tre Equabilium
 

Sentea
 Prefazione
 
Terzo Equabilium – Anno 1083 – Landir della seconda quintana di Enathor


Da dove iniziare? Tanto a lungo mi sono interrogato su questo. Dieci anni di viaggio fra le nazioni della Sentea, da alcuni definita Antica, imponevano al rientro una profonda riflessione, accortezza, quasi un reverenziale timore, prima di osar trasformare le conoscenze acquisite in racconto.      
Il mio nome è Edrian Avamhaeir, nato a Jascarin in Theria, viaggiatore, studioso, scrittore e poeta, conosciuto come La penna amaranto a causa del mio possedimento più prezioso, un oggetto unico, la cui storia è forse la sola che mai vi rivelerò.
Viviamo in una strana Era, vi sfido a contestarlo. Coloro che contano le hanno già trovato un nome altisonante: “Era delle lotte divine” che definirò arrogantemente improprio. Il sangue versato nelle sempre più numerose guerre, volute da chi ha riscoperto la fede con sospetto tempismo, hanno davvero poco di divino. Parole su forza e onore, patriottismo e difesa, atte a infiammare gli animi, alimentano il calderone del razzismo, la xenofobia, esaltano le differenze e non l’Unione, principio illuminato alla base della nostra cultura.
Sono queste riflessioni ad avermi rivelato, come un bacio ispirante di Lyra, lo scopo del mio viaggio e ancor più del mio racconto: avventurarsi nelle terre più famose della nostra Sentea non per scoprire luoghi lontani, misteriosi, diversi, ma per riscoprire quelle radici che, anche dove impensato, ci accomunano.    
A molti uomini di cultura piace definirci civili, superiori ad altre specie e continenti, ho saggiato questa idea in prima persona, passo dopo passo, per migliaia di chilometri e vi garantisco che la realtà che ne emerge è ben diversa da quella che, coloro che non l’hanno mai vissuta, raccontano.
Seguitemi, attraverso le mie parole, in questi luoghi, dei quali conoscente poco o nulla, gli stereotipi e la propaganda e se non vi fiderete di quel che vi dirò, viaggiate, se potete, osservate coi vostri occhi e non con quelli di chi si avvantaggia della vostra cecità.   
Sono state molte, le mete del mio lungo viaggio: vi narrerò della mia patria, la Theria, terra di libertà. Vi narrerò delle nazioni gemelle di Covia e Saleria, che aspirano al fratricidio. Ci spingeremo fino ai gelidi Monti del Nord, nelle profondità sotterranee del Saumor, nelle foreste proibite degli Ylthiun. Vi parlerò della perdizione dei vicoli di Bressan e delle ultime innovazioni della Gran Falia, dell’oscurantismo in Essavia e del glorioso confine Ontaviano. Solcheremo i mari fino ad Haspher e la sua irreale democrazia e ci spingeremo ancora più in là, verso il Valmor, porto per il nuovo continente, ma il nostro viaggio si concluderà nella Lei-Sentia schiacciata dagli invasori kye.
Ciò che leggerete, in base alla vostra terra di provenienza, potrà risultare sfacciato, blasfemo, persino pericoloso e in questo starà la mia gioia di theriano libero: nel fatto che il mio scritto sia riuscito a raggiungervi. Potreste doverlo nascondere, persino liberarvene, ma ciò che vi chiedo è di contribuire, anche solo a parole e nell’ombra, a diffonderlo.
L’Unione rinascerà.

                        Edrian Avamhaeir
La penna amaranto


 

2 commenti:

  1. Ho assistito ai primi anni di vita di questo mondo e mi fa piacere ritrovarlo dopo tanto tempo, scoprendo che è ancora vivo e che sta diventando sempre più ampio e dettagliato.
    Sono proprio curioso di scoprire cosa è diventato, quindi ti spierò, sappilo.

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    1. Sempre felice di essere seguito/spiato da un Oritteropo, che ha sicuramente condizionato questa follia. Non insultarmi troppo!

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